III Incontro – Corso sul “Capitale” con R. Bellofiore

Titolo: III Incontro – Corso sul “Capitale” con R. Bellofiore
Luogo: Campus Luigi Einaudi – Lungo Dora Siena 100, Torino
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Descrizione: Continua il ciclo di letture sul I libro “Capitale” di Marx con Riccardo Bellofiore, organizzato da Noi Restiamo Torino.

Nella III lezione- intitolata “il carattere di feticcio del capitale”- si terminerà la lettura del I capitolo del I libro, seguendo l’edizione del “Capitale” a cura di R. Fineschi. Coloro che avessero difficoltà a procurarsi l’edizione possono contattarci all’indirizzo email noirestiamotorino@gmail.com

Per partecipare alle classi è caldamente consigliato essere in pari con la lettura (vanno bene anche altre edizioni, ma in classe si userà quella di Fineschi).

Per chi fosse assente alla prima e alle seconda lezione e per tutti gli interessati e le interessate è disponibile il video della prima lezione (a breve quello della seconda): https://www.youtube.com/watch?v=FyMSYSmoBPA

L’incontro si svolgerà presso il Campus Einaudi, Lungo Dora 100. L’AULA VERRÀ COMUNICATA IL PRIMA POSSIBILE.
Ora inizio: 17:00:00
Data: 2014-11-17

Festa antimilitarista

Titolo: Festa antimilitarista
Luogo: SCIPOL, Strada Maggiore 45, Bologna
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Descrizione: Mentre le guerre imperialiste dilagano e Kobane è stretta d’assedio da settimane, la forze armate italiane non trovano altro di meglio da fare che festeggiarsi da sole. Il 4 novembre è la festa dell’esercito; una festa che più macabra, fascista e schifosa non si può proprio concepire.
Per questo il 3 novembre si parla di Grande Guerra a CSO Terzo Piano.

Per questo il 4 novembre si balla a SciPol con i BALOTTA CONTINUA e il DJ SET di RADIOMACHETE!

Vi aspettiamo tutt* alla FESTA ANTIMILITARISTA!

SKA E TRASH CONTRO LA GUERRA!
Ora inizio: 21:00:00
Data: 2014-11-04

1914-2014: Cento anni dalla Grande Guerra

Titolo: 1914-2014: Cento anni dalla Grande Guerra
Luogo: CSO Terzopiano, via Irnerio 13, Bologna
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Descrizione: gli apprendisti stregoni dell’imperialismo portano di nuovo alla Guerra

Introduce
Carlos Venturi – Rete Dei Comunisti Bologna
Intervento di
Giorgio Gattei – Docente di Storia dell’economia, Unibo
Segue
dibattito con attivisti politici e sociali
Data: 2014-11-03

Consumo del suolo

Siamo dovuti arrivare al 2014, ed è solo l’edizione online, ma anche Repubblica se ne esce con un pezzo interessante sul consumo di suolo in Italia “…da tempo non si costruisce più per la domanda sociale: la rendita fondiaria, poi immobiliare, si è trasformata sempre più in finanziaria. I “nuovi vani” dovevano costituire le “basi concrete” per “costruzioni virtuali” di fondi d’investimento o risparmio gestito. A parte la quota di riciclaggio di capitale illegale, facilmente intrecciata a essa. La schizofrenia delle politiche urbanistiche delle ultime fasi ha largamente favorito tutto ciò, con accelerazioni da parte del presente governo, per cui tutela e attenzione all’ambiente e al paesaggio sono solo declaratio: in realtà si tenta di continuare ad aggirarle per realizzare nuove “Grandi opere inutili” e cementificazioni; come dimostrano lo “Sblocca Italia” e il ddl Lupi, da cancellare subito…”

Repubblica

Gotham: sbirri e sceriffi

Siccome i venti legalitari sono tornati a soffiare nelle ultime settimane, ultimo caso quello di una Bologna in cui l’amministrazione locale pensa di fare dell’antifascismo un motivo ricorrente per qualche album di figurine, proponiamo una lettura veloce e leggera partorita dalla mente di qualcuno dei peggio fiction-addicted tra noi.

gothamIl conflitto fumettistico tra Marvel e DC, dopo essersi diffuso al cinema, adesso sconfina anche nel mercato delle serie televisive. Per i non esperti possiamo riassumere come le due maggiori case editrici si differenzino nettamente: più ironica e vicina all’umanità dei propri supereroi la prima; più cupa e violenta la seconda, dove l’eterna lotta tra Il Bene e Il Male è il principale motore narrativo: grandi concetti tipicizzati (o stereotipati) da scrivere con l’iniziale maiuscola.

Per questa visione schematica del mondo, e l’uso estetizzante della violenza, la DC e suoi autori sono spesso stati accusati di odorare di “fascismo”, e il frontman del loro battaglione di supereroi Batman è diventato l’eroe reazionario per eccellenza (impossibile non citare il suo “manifesto”: l’ultimo film Dark Knight Rises).

Escono in questi giorni le prime puntate della serie Gotham, il nome della città di Batman, una sorta di spill-over/prequel in cui il vero protagonista non è tanto il supereroe (ancora bambino, ma che dopo avere visto uccidere i propri genitori è già instradato verso il proprio super-destino) ma l’agente Gordon, futuro fedele alleato del Pipistrello, attualmente appena entrato nella polizia cittadina.

Gotham, una città sospesa tra il futuribile e il noir, ma è soprattutto una città marcia. Tutti sono corrotti, non esiste nessuna discontinuità tra politica, polizia, giornali e criminalità organizzata, che fanno tutti parte della stessa intricata rete dove l’unico valore è quello della forza.

In questo universo distopico, il nostro Gordon è il paladino de Il Bene. Ma come si esprime Il Bene in una città che è di per sé Il Male? Gordon punta la propria bussola morale nella direzione de La Legge, perché lui è Il Poliziotto. Ma come ben sappiamo i poliziotti non decidono in autonomia dove combattere Il Male, ma seguono i crimini che gli passano sulla scrivania. Pare che Gordon abbia un suo proprio senso de La Giustizia, ma questo viene fuori puntualmente solo una volta a puntata nel momento in cui sta per arrestare (le morti sono sempre involontarie) il cattivo, che normalmente è un cane sciolto che uccide i cattivi “istituzionali” (preti, sbirri, imprenditori e politici senza scrupoli). La Giustizia di Gordon appare come un dubbio della sua coscienza di poliziotto, ma è una Giustizia funzionale a riaffermare La Legge che puntualmente esce vincente dal conflitto morale del nostro sbirro: il criminale che ho davanti è veramente il cattivo di questa storia? Non importa, il mio mandato è quello di arrestarlo, e così farò.

È sempre difficile capire quanto volontarie siano le posizioni “etico-politiche” di un prodotto decisamente pop e ben poco autoriale (in cui altrimenti potremmo aspettarci l’espressione delle idee dell’autore). Ma anche nel (probabile) caso che queste non siano totalmente intenzionali, possiamo comunque leggerci dentro un certo sentimento generale che l’opera riflette dalla vita reale: sembra infatti vedere nell’agente Gordon quello stesso feticismo legalista dei nostri vari Sceriffi di paese, il cui unico obiettivo reale rimane sempre e comunque L’Ordine, in maniera totalmente cieca di fronte alle ingiustizie che non derivano da una fumettistico animo corrotto della città, ma da un reale sistema economico-politico. Ancora, ci ricorda come l’ideologia legalista legga tutti i conflitti sociali (e quelli politici che ne emergono) soltanto in un’ottica di cronaca ordinaria: da una parte, non azzardando mai nessun’analisi del disagio sociale che aumenta con l’avanzare dell’ineguaglianza e dell’ingiustizia; dall’altra, criminalizzando tutte le esperienze sociali che si ribellano senza sottostare al totem de La Legge.

Bisogna rispettare La Legge, ci dicono tutti i giorni. Anche se La Legge non rispetta noi.

A tutti questi ultras del legalismo possiamo ben dire: andate ad abitare a Gotham, che qua nel mondo la realtà è decisamente ben più complessa di un dualismo tra buoni e cattivi.

(Esemplare nella terza puntata il dialogo tra l’ispettore Gordon e un assistente sociale che uccide poliziotti violenti, preti pedofili e politici corrotti).

“Vuoi proteggere gli innocenti?”
“Sì, è per questo che ci sono delle leggi”
“E quanto sono buone le leggi quando hanno bisogno di uomini come il vostro tenente Cranston per renderle effettive? E Ronald Denzer? Credi che avrebbe mai visto l’interno di un carcere? O quel prete? Perché la legge non li ha puniti? Sa, io ho dedicato la mia vita ai bambini perduti di Gotham perché volevo fare la differenza. E sai che tipo di differenza ho fatto? Nessuna. Perché le persone che governano questa città sfruttano i poveri e la legge li protegge. E quando il tuo sindaco ha raccolto tutti quei bambini per mandarli in quella prigione verso nord ho deciso che era abbastanza. Avrei insegnato loro che ci sono delle conseguenze. Allora perché non si
chiede, detective: per chi sto lottando? Un sindaco nelle mani della mafia? Poliziotti corrotti? O per i deboli e gli innocenti? Chi è lei, in fondo?”

Riccardo Rinaldi per Noi Restiamo

Buon esito delle giornate del 24 e del 25 ottobre

Una due giorni sicuramente positiva per la campagna “Noi Restiamo”: prima la partecipazione al riuscito sciopero dell’USB di venerdì 24, poi la “trasferta” di sabato a Verona per prendere parte alla manifestazione antifascista, che è riuscita a radunare centinaia di militanti antifascisti e antifasciste nel cuore nero d’Italia.

Lo sciopero di venerdì è riuscito a portare in 27 città italiane parole d’ordine oggi necessarie, confermando ancora una volta il ruolo dell’USB come sindacato conflittuale. La piattaforma rivendicativa, l’autonomia organizzativa delle strutture sindacali e la composizione della piazza, che vedeva partecipare anche precari, migranti e studenti, confermavano le ragioni della nostra adesione allo sciopero.
La manifestazione di sabato è riuscita, pur nelle ovvie difficoltà organizzative in un contesto difficile come quello veronese, a rilanciare un antifascismo e un antirazzismo militante che vada al di là degli slogan di facciata di partiti e associazioni, il cui antifascismo istituzionale ha mostrato più volte tutta la sua debolezza, come ad esempio di fronte alla determinazione del corteo di sabato 18 a Bologna.
Proseguire il percorso dell’antifascismo con la giornata di Verona ha rappresentato per noi un obiettivo molto più concreto rispetto al bagno di folla che si teneva intanto a Roma, momento celebrativo di un sindacato, la CGIL, da anni incapace di esprimere una vera conflittualità sociale che si opponga alle politiche classiste dei vari governi italiani succedutosi negli ultimi anni, caricata del compito di ingannare i suoi iscritti e farne convergere il dissenso politico verso binari morti.

Noi Restiamo