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Idra sotto sgombero: la nostra solidarietà

Continua il pugno di ferro dell’amministrazione comunale bolognese verso chi legittimamente lotta per avere un tetto sopra la testa. Questa mattina infatti, gli attivisti di Idra, che da quasi due mesi occupano uno stabile in via Albiroli di proprietà della Curia, si sono svegliati coi reparti di celere sotto casa. Non certo il miglior risveglio possibile. Continua a leggere

Ancora sgomberi, ancora abusi di potere

121711198-2f8d2a5f-c343-4f79-9ca9-b2334f285756Il 17 giugno abbiamo assistito all’ennesimo abuso da parte delle forze dell’ordine, fatto a cui dovremmo essere abituati ormai ma che ancora ci sgomenta. Due occupazioni, una abitativa e l’altra un circolo di quartiere, sono state brutalmente sgomberate. In questo momento cinque persone si trovano per la strada e il quartiere Bolognina ha perso un luogo di aggregazione e riflessione politica.
Ma ciò che più ha colpito chi, come noi, era li in quelle ore è stata la condotta del corpo dei vigili del fuoco, che già da qualche tempo si rende complice di operazioni puramente politiche. Ci auguriamo che l’eccezionale violenza e la veemenza dello sgombero di ieri non diventino la norma.
Il CSO Terzo Piano – NOI RESTIAMO esprime solidarietà ai tre compagni che ora si trovano in carcere. Finire in carcere per un’occupazione abitativa è inaccettabile.

Il sistema di accoglienza italiano: denunciare i rifugiati

aldini_TolomelliOggi,12 Giugno sono stati recapitati 22 avvisi di conclusione delle indagini (cioè delle denuncie) a carico di persone che, nel periodo tra aprile ed agosto 2013, si opposero alla fine dell’ “emergenza nord africa”. Si pretendeva allora, (dopo aver speso quasi inutilmente circa un miliardo e 300 milioni di euro di denaro pubblico), che le migliaia di rifugiati accolti lasciassero le strutture di accoglienza senza avere nessuna alternativa e nessun reddito. La mobilitazione di numerose associazioni, sindacati e organizzazioni politiche portò a Bologna, all’occupazione delle strutture e all’apertura di una trattativa istituzionale volta a individuare soluzioni abitative concrete. Da subito si concordò con le istituzioni, che le due strutture bolognesi di via prati di caprara e di villa aldini, avrebbero continuato a ospitare i rifugiati fino a che non si fosse trovata un’alternativa. La trattativa portò alla concessione in autogestione delle ex scuole merlani dove attualmente vivono circa quaranta rifugiati. Si trattò comunque, pur nell’importanza del gesto, di una soluzione insufficiente ad accogliere tutti i rifugiati ospiti sul territorio bolognese. Alcuni di essi continuarono ad abitare a villa aldini non avendo nessun altro luogo dove andare fino all’agosto di quell’anno quando le forze dell’ordine sgomberarono la struttura.

Nel corso di quell’operazione destarono scalpore i due tentativi di suicidio attuati come gesto di opposizione estrema. Oggi, i due autori di quel gesto , sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale insieme ad altre 20 persone: 3 attivisti delle associazioni e 18 rifugiati che hanno scelto di continuare le lotte partecipando all’occupazione delle ex scuole Ferrari in via toscana a Bologna.

Non è un caso che esse arrivino proprio alla vigilia della partenza della “Carovana europea delle dignità” che il 21 giugno partendo da tutta Europa e anche da Bologna convergerà su Bruxelles per chiedere il rispetto dei diritti di migranti e rifugiati a cui Asia USB e le occupazioni di Bologna partecipano.

Non è un caso che esse colpiscano sopratutto rifugiati che hanno scelto di vivere nelle occupazioni piuttosto che per strada. Queste denunce mirano a impaurirli e ad aumentare biecamente la loro ricattabilità perché temono che, una volta organizzati, diventino un’area importante di conflitto.

Queste vergognose denunce fanno seguito all’ondata repressiva che il governo Renzi ha scatenato contro chi, in tutta Italia, a partire dal diritto all’abitare, continua a battersi per la dignità e i diritti di tutti e tutte. Esse mirano, ricorrendo a strumenti reazionari, a mettere a tacere ogni forma di opposizione al Piano casa e al suo infame articolo 5.

NON SARA’ QUESTA BRUTALE REAZIONE A FERMARCI- LE LOTTE CONTINUERANNO CON MAGGIORE DETERMINAZIONE!

PER I DIRITTI DEI RIFUGIATI E DEI MIGRANTI, PER IL DIRITTO ALL’ABITARE INVITIAMO TUTT§ A PARTECIPARE

DOMANI VENERDI 13 GIUGNO ALLE ORE 17:30 AL presidio davanti alla prefettura di Bologna- p.zza Roosevelt.

ASIA-USB BOLOGNA

Contro gli sfratti: autorganizzazione

presidio-asia-bolognaLe cronache delle nostre città continueranno a parlarci di famiglie sfrattate (anche se, a detta di legge, “incolpevoli”) costrette ad accettare le improbabili soluzioni proposte dai servizi sociali, continueranno a parlarci di canone concordato (che favorisce solo i proprietari) e di housing sociale (che favorisce cooperative e costruttori), e per i disoccupati, i precari, i lavoratori che subiscono riduzione di orario, rimangono solo la marginalità e la perdita della casa, con le conseguenze che questo comporta: perdita della residenza e dei diritti connessi, quali salute, scuola, voto, permanenza sul territorio italiano ecc. In questa situazione, solo la lotta e l’autorganizzazione orizzontale dal basso possono contribuire a costruire capacità di resistere al peso immane di questa crisi e quindi capacità di imporre trasformazione politica in vista di un mondo basato sul benessere sociale piuttosto che sul profitto.

Ancora sgomberi, ancora vergogna

E’ con sgomento e rabbia che, all’indomani delle elezioni europee, assistiamo allo sgombero dello stabile occupato “Taksim” di Bologna.

Ancora una volta constatiamo come la risposta delleistituzioni cosiddette democratiche a chi tenta di proporre soluzioni aproblematiche reali, sempre più pressanti, non sia altro che violenza erepressione. Il lancio dalle finestre di oggetti presenti all’interno dell’edificioda parte delle forze dell’ordine testimonia anche la mancanza di un qualsiasitipo di rispetto nei confronti di chi nelle occupazioni prova a portare avantila propria vita, derubata ogni giorno di diritti e dignità.

Non si può continuare a condannare le occupazioni in nome diun vuoto concetto di legalità, occorre rendersi conto che sono il segnale delfatto che esiste un’emergenza a cui le istituzioni nazionali non dannorisposta, impegnate come sono ad applicare i tagli e le misure restrittiveimposte dall’Unione Europea.

Invece, proprio dai risultati elettorali impariamo che in
questo paese continua a dilagare chi vota ancora “la sicurezza, la disciplina”,per abitudine o per genuina fiducia verso la patina dorata che ricopre il massacrante programma europeo applicato dal PD, che continua a ignorare situazioni di emergenza sociale come quella abitativa e molte altre.

Per questo, la lotta per il fondamentale diritto alla casa non si fermerà, così come non si fermerò la battaglia politica e culturale da portare nella società, al fine di smascherare i veri agenti del disagio e della crisi.

Solidarietà ai compagni occupanti di Taksim, la lotta va avanti.

Noi Restiamo

28/5/2014