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CON I MIGRANTI vuol dire CONTRO OGNI GUERRA: il PD e i governi dell’UE prima uccidono poi piangono

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Con queste poche ma drammatiche parole oggi abbiamo tentato di aprire una breccia nella coscienza dei partecipanti alla Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi tenutasi a Bologna nel tardo pomeriggio. In tutto il continente si vedono migliaia di persone onestamente democratiche e tante realtà collettive aderire in questi giorni alla chiamata in solidarietà con i profughi che premono alle frontiere della fortezza europea. Una cortina di buonismo di cui la classe dirigente dell’Unione Europea, e i suoi attori nazionali, stanno opportunisticamente cercando di ammantarsi tramite un’operazione mediaticamente riuscitissima. Un lavacro per le coscienze di chi ha le mani ancora sporche del sangue versato nelle guerre che ha alimentato dal Nord Africa alla Jugoslavia, passando per il Medio Oriente.

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No Expo. I nervi scoperti del “nemico” in crisi

 

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Finalmente è il 1° maggio, probabilmente il più atteso degli ultimi anni.

Atteso ovviamente da tutti quei lavoratori che ancora, seppur sempre più confusamente e certamente non aiutati dal senso comune diffuso dai media di regime, vi riconoscono un certo qual senso di appartenenza storica e culturale da non buttare totalmente alle ortiche passando la giornata al centro commerciale.

Un 1° maggio però molto particolare quello di quest’anno, una data che passerà nei manuali di semiotica come quel giorno in cui, nella festa del lavoro, si riuscì a inaugurare l’esposizione del non-lavoro e del lavoro non pagato. Per tale ragione questo 1° maggio è molto atteso. Atteso dal governo e da Matteo Renzi, dal Pd e da Ezio Mauro, da Giuseppe Sala e da Raffaele Cantone, da McDonald’s e da Monsanto, dai sindacati complici e da ManPower, da Sergio Mattarella e da Jorge Mario Bergoglio (ebbene sì, anche il Papa ha pienamente aderito alla mistificazione falsa, ipocrita e caricaturale di un Expo votato a risolvere il problema della fame nel mondo, offrendo al Grande Evento Truffa l’ultima copertura ideologica di cui aveva bisogno). Un 1° maggio atteso quindi, per motivazioni opposte e contrarie, anche dai movimenti territoriali nazionali e internazionali, dal precariato più combattivo, dagli studenti non lobotomizzati, dai sindacati conflittuali, da chi anima le lotte per l’abitare e nella logistica, da chi non ha ceduto il proprio senso critico di fronte alla martellante propaganda targata Expo 2015.

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Conoscere il jobs act per combatterlo – di iononlavorogratis

Mercoledì alle H.17:00 proproniamo all’interno del percorso e con i compagni di iononlavorogratis un momento di dialogo e confronto per discutere del Jobs Act e dei decreti attuativi che entreranno in vigore in questo periodo.

Dopo un autunno di iniziative e dibattiti, dopo le contestazioni al Recruiting Day e al Career Day, alla presenza dei ministri dell’austerity all’azienda-Unibo e all’inaugurazione dell’anno accademico di Dionigi&Renzi, continua il percorso di #iononlavorogratis verso la mobilitazione contro l’Expo di Milano, modello di sperimentazione della precarizzazione definitiva.

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Torino non si lega

Sabato 28 febbraio la Lega Nord ha organizzato una manifestazione a Torino per chiedere lo scioglimento della giunta regionale a maggioranza PD guidata da Sergio Chiamparino, per via di un presunto scandalo legato alle firme false per la presentazione delle liste elettorali.

Ancora una volta Salvini ed i suoi cercano di presentarsi come l’unica alternativa al PD e alle sue politiche di austerità targate UE, offrendo soltanto razzismo e xenofobia come risposta.

In questo quadro vanno inseriti il tentativo a dicembre del segretario leghista di visitare le palazzine dell’Ex MOI, occupate da mesi da centinaia di rifugiati e richiedenti asilo, o la recentissima visita al campo rom di Lungo Stura Lazio. L’operazione della lega è chiara: buttare fumo negli occhi, attribuire le cause dell’impoverimento, la precarizzazione, la perdita dei diritti e del welfare ai crescenti flussi migratori e non al processo di lotta in classe dall’alto verso il basso partito dagli anni ’80 e in cui viviamo ancora oggi.

A questa operazione si deve dare una ferma opposizione, militante e popolare.

Per questo motivo sabato dalle ore 15.00 come nodi locali della campagna Noi Restiamo saremo in Piazza Castello a Torino: per opporci al razzismo fascioleghista, per opporci all’austerity del PD e dell’UE, per la ricomposizione sociale.

Noi Restiamo

 

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Renzi, PD, Unione Europea fuori dal nostro futuro! Il vostro fango vi sommergerà!

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Con questo striscione e qualche chilo di fango ci siamo presentati in piazza Azzarita ieri, giovedì 20 novembre, per “accogliere” Matteo Renzi, in tour a Bologna per chiudere la campagna elettorale del suo scudiero Bonaccini. Il riferimento è chiaramente alla tragica situazione in cui versano molte città del Nord Italia, devastate da alluvioni e fango a causa  della criminale gestione del territorio di cui sono state oggetto e che certo non trarranno giovamento dallo Sblocca Italia, che prevede altre “grandi opere” e cementificazioni indiscriminate su tutto il territorio nazionale. Continua a leggere

Renzi, Bologna ti rifiuta!

Il governo Renzi e il Partito Democratico, rappresentano oggi la testa di ponte per l’attuazione delle politiche di austerità imposte dall’Unione Europea al nostro Paese.

Questo governo è ormai il terzo consecutivo privo di alcuna legittimazione popolare ed è forse quello che sta portando l’attacco più massiccio alle classi popolari e agli spazi democratici all’interno del Paese.

Basti pensare al Jobs Act, grazie al quale si tornerà a rapporti lavorativi pre-novecenteschi, al “Piano Casa”, che criminalizza il disagio sociale diffuso che porta migliaia di persone ad organizzarsi nella lotta per il diritto all’abitare, allo “Sblocca Italia” con cui legalizzare devastazione dei territori e malaffare, e al rifiuto di aprire qualsivoglia tavolo di trattativa con i corpi intermedi della società. Lontano dal rappresentare quella tanto paventata novità di cui si fregiava, Renzi non è altro che un burattino nelle mani delle classi dirigenti europeiste che, messo da parte il recalcitrante e ormai impresentabile Berlusconi, hanno ora bisogno di un attore che sappia recitare per bene la sua parte; che sappia cioè rendere questo Paese “competitivo e affidabile” per attirare investimenti esteri al costo di demolire ogni residuo dei diritti dei lavoratori e ridurre al minimo possibile i salari diretti e indiretti.

Giovedì, Matteo Renzi sarà a Bologna per chiudere la campagna elettorale di Stefano Bonaccini, aspirante Presidente dell’Emilia-Romagna e suo uomo di fiducia. Non perderemo l’occasione per fargli sentire la nostra voce, per fargli capire che non accetteremo supinamente il processo di centralizzazione europea di cui lui e il suo partito si stanno facendo garanti, come non accetteremo senza lottare la precarizzazione di milioni di vite, i tagli alla sanità e all’istruzione, la svendita del patrimonio pubblico e la repressione del dissenso nelle piazze.

Per tutti questi motivi invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio che si terrà giovedì 20 novembre ore 20.00 Paladozza, piazza Azzarita Bologna

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Renzi, Schulz, PD e PSE: solo guerra e precarietà!

10606313_1469900849948961_7282289724437560931_nCon questo striscione abbiamo voluto salutare oggi l’arrivo di Matteo Renzi alla festa dell’Unità di Bologna.
Lo abbiamo voluto salutare, assieme al leader tedesco del PSE, Martin Schulz, con due parole molto chiare e semplici che riassumono l’essenza delle politiche portate avanti dal PD e dal PSE: guerra e precarietà!
Il Partito Democratico infatti assume, nel suo agire politco, la filosofia, la visione del mondo e la responsabilità politica delle istituzione dell’UE, che levano alta la bandiera della precarietà lavorativa ed esistenziale, delle privatizzazioni, della guerra fra poveri, a favore della competizione internazionale a ogni costo senza curarsi del massacro sociale che tutto ciò comporta.
Renzi è chiamato, dopo la poca spendibilità di Monti e Letta, a stabilizzare l’anomalia italiana mostrando mediaticamente di avere un ruolo di mediazione rispetto ai vincoli della Troika, ma applicandone le politiche in realtà in toto.
Con questo striscione abbiamo voluto ricordare il ruolo del PSE, che con Schulz ha soffiato sulla guerra in Ucraina; come anche Mogherini, Ministro della Difesa italiana, alto rappresentante per la politica estera europea, che rimane comunque sulle posizioni non concilianti di NATO e UE, nonostante il tentativo dell’altra parte di siglare una tregua duratura.
Questo striscione vuole essere un altro segno del nostro dissenso alla Festa dell’Unità dopo le contestazioni della settimana scorsa: prima al ministro Lupi, che ci ha visti presenti con ASIA USB, poi a Farinetti, azione di protesta con cui solidarizziamo pienamente. Piano casa, Jobs act e grandi opere, simboli dell’attacco dall’alto alle fasce più deboli, della speculazione, per precarizzare, per scomporre, sfruttando disoccupazione e miseria.
Renzi è chiamato ad attuare queste misure che, oltre che nei contenuti, anche nella forma – la governabilità al primo posto, attuata tramite l’accentramento istituzionale, l’assenza di consultazioni democratiche e la fine del confronto con i corpi intermedi – corrisponde al piano dell’UE e di Schulz, presidente del suo Parlamento senza poteri.

Rilanciamo il Controsemestre Popolare e di Lotta
Noi Restiamo