Scritte sulla sede del quartiere S.Stefano e passaggio vicino ad Atlantide sotto sgombero. Petardi verso la sede neofascista in via Malvolta ed infine occupazione temporanea di un distributore abbandonato.
Un migliaio di persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno preso parte oggi pomeriggio alla manifestazione promossa da Bologna Antifascista per tornare a scandire un chiaro e determinato “no” alla presenza di Casapound e altre formazioni neofasciste in città. In testa al corteo lo striscione “Nessuno spazio ai fascisti, per un mondo di liber* e uguali. Bologna antifascista”. Più indietro, numerosi altri striscioni: “Contro ogni fascismo”, “Nazifascisti deponete le armi o perirete”, “+ Atlantide, – Casapound”, “Mujeres libres unite contro preti e fascismo”.
Accompagnati da fumogeni colorati e dalle percussioni della SamBalotta, i manifestanti imboccano via Santo Stefano per dirigersi verso il quartiere Murri: “Vogliamo chiudere per sempre la sede di Casapound e negare con forza ogni spazio ai fascisti”, si urla dal sound system. Il corteo si ingrossa e all’altezza del Baraccano, sede del quartiere Santo Stefano, scatta la prima azione comunicativa con una scritta tracciata sulla parete: “L’antifascismo non si delega, chiudere tutti i covi fascisti”. Il quartiere Santo Stefano, infatti, “propaganda sui media fobie razziste, cerca di normalizzare ogni esperienza di libertà e di autogestione. Questo luogo è la copertura dei fascisti in città”, spiegano i manifestanti.
Arrivato in piazza di porta Santo Stefano, il corteo è accolto dai collettivi di Atlantide, che dai gradini del cassero sotto sgombero espongono lo striscione “Strana Bologna. Lesbiche, trans, gay, queer, etero contro il fascismo”. Come sottolineano le Mujeres libres: “Le lotte queer, femministe e lesbiche vanno di pari passo con la lotta antifascista”.
Quando la manifestazione raggiunge l’inizio di via Murri, tra fumogeni e grossi petardi, uno striscione viene calato dai ponteggi di un cantiere: “Apriamo spazi di libertà”. Dalla finestra di un palazzo che si trova lungo il percorso del corteo, un residente si affaccia per salutare i manifestanti, a pugno chiuso e sventolando una bandiera rossa con “Che” Guevara. Numerose, del resto, le persone del quartiere che spuntano dalle finestre quando passano gli antifascisti. Sempre lungo via Murri, lo scoppio di un petardo e diverse scritte danneggiano una filiale dell’Unicredit.
Dal sound system si ricordano l’assassinio di Nicola Tommasoli a Verona, la strage di ambulanti senegalesi a Firenze ed il più recente accoltellamento subito da un 25enne a Trento: “In Italia, in Europa, i fascisti uccidono”. Lasciando via Murri, la manifestazione imbocca via Malvolta e poi via Romagnoli, passando a pochi metri dalla sede di Casapound, protetta dalla celere in antisommossa e da tre blindati. La SambaLotta suona e balla davanti ai cordoni degli agenti, tra numerosi fumogeni multicolore. Quando il corteo prosegue lungo il proprio percorso, dalla coda parte un lancio di fumogeni e petardi verso la sede di Casapound e la celere che la difende. Poi tutti i manifestanti defluiscono lungo via Romagnoli e poi via degli Orti, Dagnini, Sigonio e Mazzini. In zona c’è il negozio di Biagetti,proprietario della sede affittata dai neofascisti in via Malvolta: “Biagetti complice dei fascisti, ipocrite- si scandisce dal sound system- le sue prese di distanza da Casapound”.
La manifestazione, alla fine, si conclude a porta Mazzini con una “Taz”: ad essere occupato temporaneamente è un ex distributore di benzina in disuso, che per la serata ospiterà musica e socialità.
da zic.it