Giorgio Gattei ci ha inviato una replica a quanto sostenuto da Joseph Halevi in un articolo pubblicato qui sul blog. Continua quindi il dibattito su Piketty e la caduta del saggio del profitto.
Ecco la mia risposta alla prima parte (non al poscrittto) della nota di Joseph Halevi, che comunque ringrazio per l’interessamento.
Se c’è capacità initilizzata sarà K’ = uK , ma pure il reddito prodotto sarà più piccolo (Y’ < Y) , così che il saggio generale del profitto sarà:
r = (P/Y’)au
e se mai la riduzione del reddito fosse equivalente alla capacità inutilizzata (Y’ = Yu) sarebbe nuovamente:
r = (P/Yu)au = (P/Y)a
con P/Y = quota dei profitti sul reddito (o indice di diseguaglianza dei redditi) e a = rapporto reddito/capitale.
Ma nell’ipotesi di piena capacità utilizzata (u = 0) che cosa può rappresentare a = Y/K? Dalla definizione dei profitti come reddito al netto dei salari:
P = Y – W
qualora “i lavoratori vivessero d’aria” (una ipotesi estrema a cui accenna Marx per dimostrare che anche allora si avrebebe caduta del saggio del profitto) risulta:
max r = R = P/K = Y/K = a
con a = inverso del “coefficiente beta (K/Y)” di cui Piketty dimostra (non entro nel merito della validità dei dati statistici da lui utilizzati) che sarebbe a crescere nei paesi capitalistici più avanzati almeno dal 1950 in poi.
Ma allora R come saggio MASSIMO del profitto (non necessariamente r = saggio generale) è a calare!
Piketty ha intitolato un suo scritto (con G. Zucman) “il capitale è tornato”. A mio modo di vedere è piuttosto la caduta del saggio del profitto (massimo e non generale) che è tornata , confermando l’affermazione di Sraffa in un appunto personale del 1946 che “coloro che negano la tendenza alla sua caduta sono del tutto ignari dell’esistenza di un saggio MASSIMO del profitto”.
Giorgio Gattei