Non si è fatta attendere la risposta antifascista alla vigliacca aggressione dello scorso lunedì a Cremona nella quale è stato gravemente ferito Emilio, compagno del CSA Dordoni. Un corteo partecipato al di sopra di ogni aspettativa ha attraversato le vie della città manifestando la ferma volontà di farla finita con l’ignoranza e la violenza della parte più bieca e regressiva della società rappresentata dai fascisti di Casapound.
Non può più essere ammessa né la violenza organizzata dei balilla del terzo millennio né la tolleranza o addirittura la complicità in molti casi delle istituzioni nei loro confronti (vedi l’inizio delle indagini per “rissa” e “lesioni aggravate” contro tre compagni vittime dell’assalto al Dordoni lo scorso lunedì, mentre nessuno dei 60 picchiatori fascisti è stato indagato). Aggressioni a militanti della sinistra e migranti svolgono un ruolo di prim’ordine nell’attività di Casapound: la loro violenza squadrista non è che il prodotto della creazione di capri espiatori funzionali alla diffusione dell’odio all’interno dei ceti più bassi della società. La lotta tra poveri che viene alimentata dal razzismo contro i migranti, dagli attacchi contro i lavoratori e le forme di organizzazione che si oppongono alla macelleria sociale è diretta a sviare e dividere le lotte delle classi popolari, affinché queste siano impossibilitate sotto ogni punto di vista a difendere i propri interessi che sono diametralmente opposti a quelli dei padroni.
Chiudere le sedi dei fascisti è necessario per combattere razzismo e xenofobia, idee propagate dai servi delle classi dominanti per il solo mantenimento del potere di queste.
È contro il fascismo e i loro padroni istituzionali che siamo scesi in piazza, contro la loro falsificazione della realtà a fini reazionari, contro la loro violenza vigliacca.
Noi Restiamo