i Gufi Ribelli colgono l’invito di Renzi e si preparano al controsemestre europeo
Prima tappa: manifestazione nazionale del 28 giugno a Roma
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i Gufi Ribelli colgono l’invito di Renzi e si preparano al controsemestre europeo
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Le cronache delle nostre città continueranno a parlarci di famiglie sfrattate (anche se, a detta di legge, “incolpevoli”) costrette ad accettare le improbabili soluzioni proposte dai servizi sociali, continueranno a parlarci di canone concordato (che favorisce solo i proprietari) e di housing sociale (che favorisce cooperative e costruttori), e per i disoccupati, i precari, i lavoratori che subiscono riduzione di orario, rimangono solo la marginalità e la perdita della casa, con le conseguenze che questo comporta: perdita della residenza e dei diritti connessi, quali salute, scuola, voto, permanenza sul territorio italiano ecc. In questa situazione, solo la lotta e l’autorganizzazione orizzontale dal basso possono contribuire a costruire capacità di resistere al peso immane di questa crisi e quindi capacità di imporre trasformazione politica in vista di un mondo basato sul benessere sociale piuttosto che sul profitto.
E’ con sgomento e rabbia che, all’indomani delle elezioni europee, assistiamo allo sgombero dello stabile occupato “Taksim” di Bologna.
Ancora una volta constatiamo come la risposta delleistituzioni cosiddette democratiche a chi tenta di proporre soluzioni aproblematiche reali, sempre più pressanti, non sia altro che violenza erepressione. Il lancio dalle finestre di oggetti presenti all’interno dell’edificioda parte delle forze dell’ordine testimonia anche la mancanza di un qualsiasitipo di rispetto nei confronti di chi nelle occupazioni prova a portare avantila propria vita, derubata ogni giorno di diritti e dignità.
Non si può continuare a condannare le occupazioni in nome diun vuoto concetto di legalità, occorre rendersi conto che sono il segnale delfatto che esiste un’emergenza a cui le istituzioni nazionali non dannorisposta, impegnate come sono ad applicare i tagli e le misure restrittiveimposte dall’Unione Europea.
Invece, proprio dai risultati elettorali impariamo che in
questo paese continua a dilagare chi vota ancora “la sicurezza, la disciplina”,per abitudine o per genuina fiducia verso la patina dorata che ricopre il massacrante programma europeo applicato dal PD, che continua a ignorare situazioni di emergenza sociale come quella abitativa e molte altre.
Per questo, la lotta per il fondamentale diritto alla casa non si fermerà, così come non si fermerò la battaglia politica e culturale da portare nella società, al fine di smascherare i veri agenti del disagio e della crisi.
Solidarietà ai compagni occupanti di Taksim, la lotta va avanti.
Noi Restiamo
28/5/2014
Scritte sulla sede del quartiere S.Stefano e passaggio vicino ad Atlantide sotto sgombero. Petardi verso la sede neofascista in via Malvolta ed infine occupazione temporanea di un distributore abbandonato.
Un migliaio di persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno preso parte oggi pomeriggio alla manifestazione promossa da Bologna Antifascista per tornare a scandire un chiaro e determinato “no” alla presenza di Casapound e altre formazioni neofasciste in città. In testa al corteo lo striscione “Nessuno spazio ai fascisti, per un mondo di liber* e uguali. Bologna antifascista”. Più indietro, numerosi altri striscioni: “Contro ogni fascismo”, “Nazifascisti deponete le armi o perirete”, “+ Atlantide, – Casapound”, “Mujeres libres unite contro preti e fascismo”.
Accompagnati da fumogeni colorati e dalle percussioni della SamBalotta, i manifestanti imboccano via Santo Stefano per dirigersi verso il quartiere Murri: “Vogliamo chiudere per sempre la sede di Casapound e negare con forza ogni spazio ai fascisti”, si urla dal sound system. Il corteo si ingrossa e all’altezza del Baraccano, sede del quartiere Santo Stefano, scatta la prima azione comunicativa con una scritta tracciata sulla parete: “L’antifascismo non si delega, chiudere tutti i covi fascisti”. Il quartiere Santo Stefano, infatti, “propaganda sui media fobie razziste, cerca di normalizzare ogni esperienza di libertà e di autogestione. Questo luogo è la copertura dei fascisti in città”, spiegano i manifestanti.
Arrivato in piazza di porta Santo Stefano, il corteo è accolto dai collettivi di Atlantide, che dai gradini del cassero sotto sgombero espongono lo striscione “Strana Bologna. Lesbiche, trans, gay, queer, etero contro il fascismo”. Come sottolineano le Mujeres libres: “Le lotte queer, femministe e lesbiche vanno di pari passo con la lotta antifascista”.
Quando la manifestazione raggiunge l’inizio di via Murri, tra fumogeni e grossi petardi, uno striscione viene calato dai ponteggi di un cantiere: “Apriamo spazi di libertà”. Dalla finestra di un palazzo che si trova lungo il percorso del corteo, un residente si affaccia per salutare i manifestanti, a pugno chiuso e sventolando una bandiera rossa con “Che” Guevara. Numerose, del resto, le persone del quartiere che spuntano dalle finestre quando passano gli antifascisti. Sempre lungo via Murri, lo scoppio di un petardo e diverse scritte danneggiano una filiale dell’Unicredit.
Dal sound system si ricordano l’assassinio di Nicola Tommasoli a Verona, la strage di ambulanti senegalesi a Firenze ed il più recente accoltellamento subito da un 25enne a Trento: “In Italia, in Europa, i fascisti uccidono”. Lasciando via Murri, la manifestazione imbocca via Malvolta e poi via Romagnoli, passando a pochi metri dalla sede di Casapound, protetta dalla celere in antisommossa e da tre blindati. La SambaLotta suona e balla davanti ai cordoni degli agenti, tra numerosi fumogeni multicolore. Quando il corteo prosegue lungo il proprio percorso, dalla coda parte un lancio di fumogeni e petardi verso la sede di Casapound e la celere che la difende. Poi tutti i manifestanti defluiscono lungo via Romagnoli e poi via degli Orti, Dagnini, Sigonio e Mazzini. In zona c’è il negozio di Biagetti,proprietario della sede affittata dai neofascisti in via Malvolta: “Biagetti complice dei fascisti, ipocrite- si scandisce dal sound system- le sue prese di distanza da Casapound”.
La manifestazione, alla fine, si conclude a porta Mazzini con una “Taz”: ad essere occupato temporaneamente è un ex distributore di benzina in disuso, che per la serata ospiterà musica e socialità.
da zic.it
Ieri manifestazione promossa da Asia e Usb fino in Prefettura, che ha accettato di aprire un confronto su stabili sfitti ed emergenza abitativa.
Dall’occupazione di via Irnerio 13/15 fino in Prefettura, per chiedere risposte concrete per il diritto all’abitare: si è svolta così, ieri, la manifestazione promossa da Asia e Usb. Una “grande, bella e combattiva manifestazione contro il decreto Renzi-Lupi, per la stabilizzazione delle occupazioni- racconta il sindacato di base- e che si è conclusa solo quando la Prefettura ha accettato, nero su bianco, di aprire il confronto con noi sugli stabili sfitti e l’emergenza abitativa. E’ un primo passo ma il cammino è ancora lungo, abbiamo buona compagnia e gambe ottime per percorrere la giusta strada!”.
Continua il comunicato: “Un ringraziamento va a tutte quelle persone che tutti i giorni combattono per vedere riconosciuto il diritto all’abitare come sancito dalla Costituzione, e a tutti i Compagni e alle Compagne che stanno pagando la repressione di Stato con arresti domiciliari a fogli di via di stampo reazionario, sappiamo che sono al nostro fianco e continuano la lotta insieme a noi, perchè la gente come noi non molla mai! Prossimo appuntamento per martedì prossimo alle 17 presidio sotto la Prefettura durante l’incontro Asia-Usb e Prefettura”.
da zic.it
Noi Restiamo aderisce alla manifestazione di oggi a Bologna contro il decreto Lupi.
Ritrovo ore 15.00 ale Case Occupate Nelson Mandela via Irnerio.