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L’austerità in casa, la guerra alle porte

ROMPERE LA GABBIA DELL’UNIONE EUROPEA PER USCIRE DALLA CRISI E DALLA GUERRA

IMG-20150302-WA0002È ormai evidente come la tesi delle classi dominanti che vede nella costruzione dell’Unione Europea una spinta verso “la pace e la prosperità dei popoli” sia solo la maschera ideologica di una realtà ben diversa. Dai trattati di Maastricht in poi, l’UE si è sempre più apertamente dimostrata per quello che realmente è: un polo imperialista che entro i suoi confini conduce una guerra senza quartiere ai diritti dei lavoratori e dei propri cittadini e che si proietta all’esterno in modo aggressivo e militare per l’accaparramento di nuove risorse e di mercati di sbocco per i propri capitali. Continua a leggere

D’Orsi risponde a Orsi “Mentre in economia la moneta buona scaccia la cattiva, nell’ambito della ricerca storica sta accadendo il contrario, e la menzogna sta vincendo”

IMG_20150210_175459Dopo l’articolo di ieri in cui Repubblica Bologna riportava un’intervista al prof. Orsi (il quale in giornata aveva tentato di vietare lo svolgimento di un’iniziativa in Università), riportiamo la nostra posizione e le parole che ci ha rilasciato il prof. D’Orsi (che di quell’iniziativa è stato magistrale relatore) Continua a leggere

Chi soffia sui venti di guerra

Sembra di essere tornati indietro di cento anni netti, quando le testate giornalistiche si facevano trombe di guerra al servizio di quella classe politica tutta -a parte qualche significativa scissione- che la guerra la voleva a tutti i costi.

Sembra di tornare a leggere le parole di D´Annunzio sulle colonne del Corriere della Sera, o quelle del giovane Mussolini sul suo nuovo Popolo d´Italia, finanziato direttamente dalla Francia.

Oggi come allora la classe politica tutta, e questa volta senza nessuna ribellione in vista, é pronta, vuole e desidera la guerra, e oggi come allora la stampa libera e democratica del nostro paese é pronta a farsi cassa di risonanza dell´interventismo del Pd, del dinamico duo Renzi&Mogherini, e della UE unita ancora nel mortale abbraccio della Nato con gli USA. Anche qui, senza che nessun fronte “neutralista” sembri possa esistere.

Non ci scandalizziamo ormai piú per niente, ma non per questo dobbiamo abituarci alle oscenitá militariste che escono ogni giorno dagli editoriali e dagli articoli di Repubblica e del Corriere che proprio come la propaganda del 1914 e del 1939 vogliono spingere l´opinione pubblica a supportare un intervento contro la Russia, proprio come ai bei tempi andati.

Affronteremo ora, brevemente, l´editoriale del 5.09.2014 di Ezio Mauro su la Repubblica. Basterebbe il titolo “L’Occidente da difendere“ a fare rizzare i capelli ai sinceri democratici e pacifisti, ovvero proprio quelli che nel 2001 e nel 2003 leggevano la Repubblica come ultima possibile resistenza pacifista “intellettuale” contro gli allora Bush e Berlusconi. Ma si vede che la guerra é bella o brutta a seconda di chi la combatte.

Questo Occidente da difendere fa inoltre riaffiorare alla memoria i peggiori teorici politici degli ultimi anni, la Fallaci in Italia, Huntington negli States, che –sempre al tempo- venivano accusati di essere in odore di fascismo, o quantomeno un tantino xenofobi e razzisti, proprio nel senso di porre la propria razza, anche se adesso si chiama “civilitá”, ed é quella occidentale, al di sopra delle altre.

Il nostro caro Ezio misura con inquietudine gli sconfinamenti di Putin, ma non il governo nazista di Kiev che bombarda la cittá, e che le sanzioni –guarda un po´, non abbiamo imparato proprio niente- non portano altro che un maggiore nazionalismo. Scopre lo spirito imperialista della Russia, ma non la pressione militare che la Nato ha strategicamente portato avanti negli ultimi anni assorbendo in sé i paesi confinanti. Per poi volare senza soluzione di continuitá ed atterrare placidamente sul Califfato Islamico, tracciando cosí un tracciato che unisce inseparabilmente uno Stato sovrano e un gruppo militare odiato da tutti e ponendo cosí un netto confine che distanzia Noi, l´Occidente e la civiltá, e gli Altri, il resto del mondo e la barbarie.

Ezio ne deduce che se due “parti del mondo” (!) designano l´Occidente come loro nemico, allora questo Occidente deve esistere, e deve esserne cosciente, e quindi difendersi combattendo il non-Occidente. La banalitá costruttivista di questa analisi é nauseante. La Russia non ha dichiarato nessuna guerra all´Occidente, ma sta agendo in maniera difensiva, per quanto violenta, all´espansionismo della Nato, che era una clausola piuttosto naturale in seguito al crollo dell´URSS. Il Califfato prima che all´Occidente sembra avere dichiarato guerra all´Islam stesso, entrando in conflitto contemporanemanete contro tutti gli Stati esistenti, tanto che in questo momento dobbiamo in qualche modo sostenere addirittura i nostri eterni nemici quali l´Iran, la Siria, e addirittura i Curdi.

Cosa dovremmo fare quindi? Dobbimo ridefinire l´Occidente “come un elemento della nostra identità culturale, istituzionale e politica”.

L´ultimo grande argomento del buon Ezio é la solita paternale contro la crisi e sul fatto che la democrazia deve tornare ad affermarsi con forza dentro i confini per rafforzare le istituzioni eccetera.  Ma quello che vuole dire veramente ha il vecchio sapore della democrazia esportata sulla punta delle baionette, un Occidente ricostruito a partire dalla sua base militare, lodando quindi il summit gallese della Nato ed esortandolo a fare di piú.

Non analizzeremo piú a fondo questo sgraziato peana, né vogliamo entrare nei suoi analoghi cantati dagli altri giornali.

Solo un paio di concetti é bene ribadire, che é la lezione che ci hanno fatto alle elementari sulla guerra, la piú semplice, e che viene troppo spesso dimenticata. Non esistono guerre di valori, ma solo guerre economiche; se il tuo paese vuole entrare in guerra ti mostrerá il tuo avversario come un mostro, lo disumanizzerá in modo che tu non abbia problemi poi ad ucciderlo.

Nel 1915 i mostri erano gli Austriaci, nel 1940 erano gli Inglesi, i Francesi e i Russi, nel 1943 si sono traformati in Tedeschi. Oggi i mostri sono di nuovo i Russi, e gli Islamici… Il ruolo di Ezio ­–il ruolo dei mezzi di disinformazione di massa- é ripetercelo finché non ce ne convinceremo e lo accetteremo senza problematizzare né fare domande, in modo che tutti sventolino la bandiera italiana quando entreremo in guerra, e che tutti gridino “cannoni” alle adunate di piazza.

Noi non ci faremo incantare. Essere pacifisti é un buon inizio, ma bisogna essere anitfascisti e antimperialisti sempre per capire chi conduce le guerre, perché, e dove.

Noi restiamo

Renzi, Schulz, PD e PSE: solo guerra e precarietà!

10606313_1469900849948961_7282289724437560931_nCon questo striscione abbiamo voluto salutare oggi l’arrivo di Matteo Renzi alla festa dell’Unità di Bologna.
Lo abbiamo voluto salutare, assieme al leader tedesco del PSE, Martin Schulz, con due parole molto chiare e semplici che riassumono l’essenza delle politiche portate avanti dal PD e dal PSE: guerra e precarietà!
Il Partito Democratico infatti assume, nel suo agire politco, la filosofia, la visione del mondo e la responsabilità politica delle istituzione dell’UE, che levano alta la bandiera della precarietà lavorativa ed esistenziale, delle privatizzazioni, della guerra fra poveri, a favore della competizione internazionale a ogni costo senza curarsi del massacro sociale che tutto ciò comporta.
Renzi è chiamato, dopo la poca spendibilità di Monti e Letta, a stabilizzare l’anomalia italiana mostrando mediaticamente di avere un ruolo di mediazione rispetto ai vincoli della Troika, ma applicandone le politiche in realtà in toto.
Con questo striscione abbiamo voluto ricordare il ruolo del PSE, che con Schulz ha soffiato sulla guerra in Ucraina; come anche Mogherini, Ministro della Difesa italiana, alto rappresentante per la politica estera europea, che rimane comunque sulle posizioni non concilianti di NATO e UE, nonostante il tentativo dell’altra parte di siglare una tregua duratura.
Questo striscione vuole essere un altro segno del nostro dissenso alla Festa dell’Unità dopo le contestazioni della settimana scorsa: prima al ministro Lupi, che ci ha visti presenti con ASIA USB, poi a Farinetti, azione di protesta con cui solidarizziamo pienamente. Piano casa, Jobs act e grandi opere, simboli dell’attacco dall’alto alle fasce più deboli, della speculazione, per precarizzare, per scomporre, sfruttando disoccupazione e miseria.
Renzi è chiamato ad attuare queste misure che, oltre che nei contenuti, anche nella forma – la governabilità al primo posto, attuata tramite l’accentramento istituzionale, l’assenza di consultazioni democratiche e la fine del confronto con i corpi intermedi – corrisponde al piano dell’UE e di Schulz, presidente del suo Parlamento senza poteri.

Rilanciamo il Controsemestre Popolare e di Lotta
Noi Restiamo