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Torino non si lega
Sabato 28 febbraio la Lega Nord ha organizzato una manifestazione a Torino per chiedere lo scioglimento della giunta regionale a maggioranza PD guidata da Sergio Chiamparino, per via di un presunto scandalo legato alle firme false per la presentazione delle liste elettorali.
Ancora una volta Salvini ed i suoi cercano di presentarsi come l’unica alternativa al PD e alle sue politiche di austerità targate UE, offrendo soltanto razzismo e xenofobia come risposta.
In questo quadro vanno inseriti il tentativo a dicembre del segretario leghista di visitare le palazzine dell’Ex MOI, occupate da mesi da centinaia di rifugiati e richiedenti asilo, o la recentissima visita al campo rom di Lungo Stura Lazio. L’operazione della lega è chiara: buttare fumo negli occhi, attribuire le cause dell’impoverimento, la precarizzazione, la perdita dei diritti e del welfare ai crescenti flussi migratori e non al processo di lotta in classe dall’alto verso il basso partito dagli anni ’80 e in cui viviamo ancora oggi.
A questa operazione si deve dare una ferma opposizione, militante e popolare.
Per questo motivo sabato dalle ore 15.00 come nodi locali della campagna Noi Restiamo saremo in Piazza Castello a Torino: per opporci al razzismo fascioleghista, per opporci all’austerity del PD e dell’UE, per la ricomposizione sociale.
Noi Restiamo
Grecia vs Unione Europea? Un dibattito post-elezioni a Torino
È la prima volta in Europa che un partito di sinistra con un programma dichiaratamente anti-austerity vince le elezioni e potrà quindi governare (seppure in coalizione con un partito di destra).
Da un lato questa elezione potrebbe fare da apripista all’affermazione di altri partiti di sinistra e anti-austerity come Podemos in Spagna o il Sinn Fein in Irelanda.
Dall’altro questa affermazione rischia di risultare vana (con il rischio di aprire la strada una disastrosa vittoria delle destre) se Tsipras e i suoi non saranno in grado di mettere in atto una strategia politica in grado di far fronte in maniera efficace all’opposizione delle oligarchie europee a misura seriamente anti-austerità e in favore delle classi popolari.
Il tentativo di ridiscutere i pesanti vincoli fiscali imposti dall’UE senza metterne in discussione l’architettura istituzionale rischia di tramutarsi in una sonora sconfitta, come dimostrano le tensioni di questi giorni fra la BCE e il governo greco.
e Jacopo Rosatelli, collaboratore de Il Manifesto
Rete dei Comunisti Torino
Campagna Noi Restiamo Torino