Con queste poche ma drammatiche parole oggi abbiamo tentato di aprire una breccia nella coscienza dei partecipanti alla Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi tenutasi a Bologna nel tardo pomeriggio. In tutto il continente si vedono migliaia di persone onestamente democratiche e tante realtà collettive aderire in questi giorni alla chiamata in solidarietà con i profughi che premono alle frontiere della fortezza europea. Una cortina di buonismo di cui la classe dirigente dell’Unione Europea, e i suoi attori nazionali, stanno opportunisticamente cercando di ammantarsi tramite un’operazione mediaticamente riuscitissima. Un lavacro per le coscienze di chi ha le mani ancora sporche del sangue versato nelle guerre che ha alimentato dal Nord Africa alla Jugoslavia, passando per il Medio Oriente.
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5 luglio 2015: OXI! a Bologna, presidio e corteo
Domenica 5 luglio, Piazza S. Francesco – dalle 20:30
Presidio di solidarietà in attesa del risultato referendario, streaming di Radio città aperta (ROma) con collegamenti dalla Grecia, musica e quant’altro
Il referendum a cui il popolo greco è chiamato questa domenica 5 luglio sarà, nei fatti, una grande prova di democrazia.
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Start Up Day presenta: il lavoro nel mondo reale
Qualche volantino contro lo Start Up Day e la sua retorica tutta ideologica, nella stessa piazza in cui contemporaneamente a una delle troppe sigle fascio-leghiste è stato concesso di far la sua becera propaganda, ha portato la polizia e un’amministrazione cittadina senza ruolo a dare il beneplacito a Dionigi: lui può continuare indisturbato la sua kermesse elettorale senza alcuno spazio al dissenso, così come Insieme Bologna è tutelata nel portare avanti messaggi d’odio e discriminatori.
Resistere alla NATO
RESISTERE ALLA NATO
Convegno nazionale. Roma csoa Ex Snia
sabato 30 maggio ore 15
Noi Saremo Tutto – Noi Restiamo
La guerra è alle porte di casa. Conflitti più o meno dichiarati circondano “l ‘Europa della pace e della democrazia” come ci viene raccontata. Succede poi che, all’improvviso, la guerra irrompa anche nelle nostre città sotto diverse forme. Dai lupi solitari della Guerra Santa ai massicci provvedimenti contro le lotte sociali e politiche , il conflitto, la guerra asimmetrica più o meno armata rimane l’unica forma utilizzabile per normalizzare la propria cittadella imperialista e per tentare uscire dalla crisi strutturale da cui il capitalismo non può uscire se non con una massiccia distruzione di capitale in eccesso, ottenibile solo con un conflitto dichiarato.
Torino 28/03: mai con salvini. Immagini, video e audio dal corteo
Torino non si lega
Sabato 28 febbraio la Lega Nord ha organizzato una manifestazione a Torino per chiedere lo scioglimento della giunta regionale a maggioranza PD guidata da Sergio Chiamparino, per via di un presunto scandalo legato alle firme false per la presentazione delle liste elettorali.
Ancora una volta Salvini ed i suoi cercano di presentarsi come l’unica alternativa al PD e alle sue politiche di austerità targate UE, offrendo soltanto razzismo e xenofobia come risposta.
In questo quadro vanno inseriti il tentativo a dicembre del segretario leghista di visitare le palazzine dell’Ex MOI, occupate da mesi da centinaia di rifugiati e richiedenti asilo, o la recentissima visita al campo rom di Lungo Stura Lazio. L’operazione della lega è chiara: buttare fumo negli occhi, attribuire le cause dell’impoverimento, la precarizzazione, la perdita dei diritti e del welfare ai crescenti flussi migratori e non al processo di lotta in classe dall’alto verso il basso partito dagli anni ’80 e in cui viviamo ancora oggi.
A questa operazione si deve dare una ferma opposizione, militante e popolare.
Per questo motivo sabato dalle ore 15.00 come nodi locali della campagna Noi Restiamo saremo in Piazza Castello a Torino: per opporci al razzismo fascioleghista, per opporci all’austerity del PD e dell’UE, per la ricomposizione sociale.
Noi Restiamo
“Magazzino 18” e il vittimismo italiano
Bologna “la rossa”, la chiamavano: da tempo abbiamo potuto verificare fino a che punto ciò non sia più vero. Di recente lo si è visto nel tentativo di impedire un dibattito sulle foibe all’interno dell’università, con la presenza di storici e ricercatori contro il revisionismo storico. E la situazione si è ripetuta negli ultimi quattro giorni con l’assordante silenzio da parte della “società civile democratica” cittadina, in risposta allo spettacolo Magazzino 18 di Cristicchi, ospitato in uno dei principali teatri cittadini, l’Arena del Sole. Per quanto ci riguarda non potevamo rimanere indifferenti di fronte allo scempio della verità storica nel nome dell’equidistanza fra vittime e carnefici, per di più basate su fonti palesemente fasciste come il libro “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani”. Per questo durante lo spettacolo di oggi pomeriggio abbiamo “inondato” di volantini la platea ricordando l’occupazione italiana e fascista nelle zone dell’ex Jugoslavia.
A seguire il volantino e il nostro articolo critico sullo spettacolo Magazzino 18.
Ed ecco il nostro articolo critico sullo spettacolo di Cristicchi:
Immaginate il vostro mondo che stranamente diventa altro […] All’improvviso vi sentite estranei, come alieni rispetto a quella che pensavate fosse la vostra terra, perché nel frattempo altri se ne stanno appropriando, altri sono arrivati e si prendono il vostro posto.
Queste parole fanno parte del monologo con cui Simone Cristicchi apre lo spettacolo teatrale Magazzino 18. È strano come certi discorsi abbiano un senso fortemente ambivalente, specie se si tratta della storia di un confine geografico, come quello italiano nord orientale. Si potrebbe benissimo immaginare (avendo il coraggio e la coscienza di farlo) che quel discorso fosse stato pronunciato da un ipotetico abitante di Ljubljana, mentre testimoniava i giorni dell’occupazione italiana, quando la città fu interamente cinta da filo spinato e trasformata in un unico grande campo di concentramento. Così non è in Magazzino 18, che nasce come racconto dell’esodo della popolazione giuliano-dalmata in seguito alla fine della seconda guerra mondiale. Trattandosi di un argomento estremamente complesso, tanto più se lo si propone in chiave artistica, ci si aspetterebbe una cura particolare per i riferimenti storici che non faccia torto ai fatti. Ma quello di Cristicchi è un racconto certamente improntato più all’emozionalità e al pathos che alla razionalità della ricostruzione storica [1]. Un’operazione che ha un preciso senso politico, per quanto l’attore e cantautore si sforzi di negarlo.
L’austerità in casa, la guerra alle porte
ROMPERE LA GABBIA DELL’UNIONE EUROPEA PER USCIRE DALLA CRISI E DALLA GUERRA
È ormai evidente come la tesi delle classi dominanti che vede nella costruzione dell’Unione Europea una spinta verso “la pace e la prosperità dei popoli” sia solo la maschera ideologica di una realtà ben diversa. Dai trattati di Maastricht in poi, l’UE si è sempre più apertamente dimostrata per quello che realmente è: un polo imperialista che entro i suoi confini conduce una guerra senza quartiere ai diritti dei lavoratori e dei propri cittadini e che si proietta all’esterno in modo aggressivo e militare per l’accaparramento di nuove risorse e di mercati di sbocco per i propri capitali. Continua a leggere
28 febbraio: Roma rigetta Salvini, Milano prende una boccata d’aria buona
È con il cuore carico di soddisfazione che in questa domenica di fine inverno pensiamo alla bella giornata di ieri, a come la sinergia di ragionamenti, sigle e contenuti diversi abbia saputo intrecciare un discorso ampio che vada aldilà della sommatoria delle sue parti.
28/02: MAI CON SALVINI / DIGNITA’ PER IL LAVORO
Eccoci arrivati all’ultima tappa del tour salviniano che, dopo sicilia e campania, si appresta a percorrere le vie della capitale. Si resta spaesati ad un primo colpo d’occhio nel veder la LegaNord in cerca di consensi tra le cicale del sud Italia e in quella Roma ladrona colpevole di tutti i mali dell’industrioso nord. Basta tuttavia fermarsi a ragionare un minuto e far mente locale per ricordarsi di chi stiamo parlando… La destra reazionaria non ha mai né una teoria organica, né una tattica politica coerente, le quali due cose possono variare all’occasione nella forma e nei contenuti, ma ciò che resta invariato è la sua funzione: la Continua a leggere