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Dai luoghi di studio e di lavoro contro Jobs Act e repressione

Attaccati nei luoghi di formazione: ieri per le strade assieme ad Hobo, al fianco di Loris. Attaccati sul posto di lavoro: oggi torniamo a prendere parola contro il Jobs Act.

Nella giornata di ieri, a partire dalle manganellate dopo lo sgombero del Community Center in via Filippo Re e continuando con le botte e i blitz polizieschi in rettorato, siamo stati costretti ad assistere a uno scenario di aggressione capestra al quale rettore, cda dell’Unibo e le cerchie conniventi della classe dirigente e dell’amminsitrazione locali targate PD vorrebbero abituarci. Ma non smetteremo di rivendicare il nostro diritto alla città, la nostra opposizione a un progetto di presunta normalizzazione della società accelerato dalla crisi, in cui chi può ha tutto e gli altri dovrebbero azzuffarsi tra loro. Ieri invece a Bologna in tanti abbiamo dimostrato che la testa la alziamo, sì, ma contro chi pretende di comandarci, che quel progetto non potranno praticarlo sulla pelle nostra e di tutti coloro che sapranno immaginare un futuro alternativo agli interessi di una politica asservita al capitale in crisi. Un punto di partenza per tutto questo è consolidare e rilanciare l’autonoma agibilità politica di quei settori sociali che subiscono l’attacco dall’alto, creando massa critica intorno ai punti di accumulo esistenti.

Non permetteremo quindi che la componente giovanile sia azzittita o peggio cacciata dalla zona universitaria di cui dovrebbe essere protagonista, per questo saremo sempre al fianco di tutte le realtà, i collettivi e i laboratori politici colpiti dalla repressione. Per questo siamo stati al fianco di HOBO e Loris durante tutta la giornata di ieri, perchè si sappia forte e chiaro che se toccano uno toccano tutti!

Oggi pomeriggio torniamo per le strade contro il JOBS ACT, con un presidio in piazza XX settembre a partire dalle 17, che rilanci a 360 gradi un’opposizione giovanile al fianco del sidacalismo conflittuale.

Servi nei luoghi di formazione e schiavi sul mondo del lavoro: questo è il futuro che qualcuno si sta immaginando per i giovani delle aree deboli di questo continente, ma noi abbiamo altri piani in testa, e in giornate come quella di ieri e di oggi vogliamo rilanciarli a testa alta!

Noi restiamo

Protesta contro il Jobs Act “sgombera” iniziativa del Pd

Ieri sera all’hotel “I portici” di via Indipendenza. Ross@: “Dal Pd svolta autoritaria e antipopolare”. Noi restiamo: “Con Jobs Act lavoro sempre più precario”. La Procura apre subito un fascicolo.

Brutta sorpresa, ieri sera, per il Pd. Il partito di Matteo Renzi, infatti, ha dovuto annullare un’iniziativa elettorale organizzata all’hotel “I portici”, in via Indipendenza, con la partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi. Questo in seguito alla contestazione scaturita da un presidio contro il Jobs Act convocato da Ross@.

Ricostruisce la serata un comunicato diffuso da Noi Restiamo: “I compagni della campagna Noi Restiamo assieme alla Rete dei Comunisti, al sindacato Usb, a Ross@ e Asia sono entrati nel luogo in cui doveva avvenire la presentazione dei candidati alle elezioni europee del Pd. All’indomani dell’indecente approvazione sulla fiducia, in Senato, del decreto legge ‘Jobs Act’, la nuova trovata per creare posti di lavoro sempre più precario e sempre meno pagato, indetto dal Pd, un nucleo variegato di lavoratori, studenti, occupanti di case e migranti ha occupato la sala e impedito l’incontro contestando questo partito falsamente democratico. Falsamente perchè difende e sostiene il fatto, in maniera completamente autoritaria, che per risolvere i problemi attuali la soluzione sia continuare a supportare il progetto politico dell’Unione Europea, subendo le catastrofiche conseguenze delle politiche di austerità e dominio economico che questa impone”.

Questo, invece, il commento di Ross@: “Non ci meravigliano le reazioni dei dirigenti del Pd e neppure di certi giornalisti che trovano comodo scandalizzarsi sulle modalità di una contestazione rilanciando vecchi e nuovi allarmismi. Quello che cercano di nascondere sono le gravi responsabilità del PD e del suo segretario, Matteo Renzi, che stanno attuando nel nostro paese una svolta autoritaria antidemocratica ed antipopolare. La gravità della situazione è stata confermata ieri dall’ennesimo voto di fiducia richiesto dal Governo sul Decreto Poletti (Job Act). Un decreto e un disegno di legge che precarizza a vita i lavoratori, cancellando tutele e garanzie, favorendo per l’ennesima volta un padronato italiano capace di primeggiare solo nella capacità di ricatto sui lavoratori e nell’evasione fiscale”. Ross@, dunque, promette di andare avanti: “Noi continueremo a promuovere iniziative e organizzazione per dare gambe ad un movimento di resistenza popolare e solidale contro il Governo Renzi e contro il potere e i vincoli che ci vengono imposti dalla Unione Europea, per reagire a questa politica fatta di demagogia e autoritarismo”.

Il Pd di Bologna, nel frattempo, ha fatto reso noto che farà denuncia rispetto ai fatti di ieri sera. Altrettanto celermente, la Procura ha fatto sapere che verrà aperto un fascicolo: verranno contestati i reati di violenza privata aggravata e invasione di edifici.

da zic.it