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No Expo. I nervi scoperti del “nemico” in crisi

 

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Finalmente è il 1° maggio, probabilmente il più atteso degli ultimi anni.

Atteso ovviamente da tutti quei lavoratori che ancora, seppur sempre più confusamente e certamente non aiutati dal senso comune diffuso dai media di regime, vi riconoscono un certo qual senso di appartenenza storica e culturale da non buttare totalmente alle ortiche passando la giornata al centro commerciale.

Un 1° maggio però molto particolare quello di quest’anno, una data che passerà nei manuali di semiotica come quel giorno in cui, nella festa del lavoro, si riuscì a inaugurare l’esposizione del non-lavoro e del lavoro non pagato. Per tale ragione questo 1° maggio è molto atteso. Atteso dal governo e da Matteo Renzi, dal Pd e da Ezio Mauro, da Giuseppe Sala e da Raffaele Cantone, da McDonald’s e da Monsanto, dai sindacati complici e da ManPower, da Sergio Mattarella e da Jorge Mario Bergoglio (ebbene sì, anche il Papa ha pienamente aderito alla mistificazione falsa, ipocrita e caricaturale di un Expo votato a risolvere il problema della fame nel mondo, offrendo al Grande Evento Truffa l’ultima copertura ideologica di cui aveva bisogno). Un 1° maggio atteso quindi, per motivazioni opposte e contrarie, anche dai movimenti territoriali nazionali e internazionali, dal precariato più combattivo, dagli studenti non lobotomizzati, dai sindacati conflittuali, da chi anima le lotte per l’abitare e nella logistica, da chi non ha ceduto il proprio senso critico di fronte alla martellante propaganda targata Expo 2015.

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Conoscere il jobs act per combatterlo – di iononlavorogratis

Mercoledì alle H.17:00 proproniamo all’interno del percorso e con i compagni di iononlavorogratis un momento di dialogo e confronto per discutere del Jobs Act e dei decreti attuativi che entreranno in vigore in questo periodo.

Dopo un autunno di iniziative e dibattiti, dopo le contestazioni al Recruiting Day e al Career Day, alla presenza dei ministri dell’austerity all’azienda-Unibo e all’inaugurazione dell’anno accademico di Dionigi&Renzi, continua il percorso di #iononlavorogratis verso la mobilitazione contro l’Expo di Milano, modello di sperimentazione della precarizzazione definitiva.

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Dai luoghi di studio e di lavoro contro Jobs Act e repressione

Attaccati nei luoghi di formazione: ieri per le strade assieme ad Hobo, al fianco di Loris. Attaccati sul posto di lavoro: oggi torniamo a prendere parola contro il Jobs Act.

Nella giornata di ieri, a partire dalle manganellate dopo lo sgombero del Community Center in via Filippo Re e continuando con le botte e i blitz polizieschi in rettorato, siamo stati costretti ad assistere a uno scenario di aggressione capestra al quale rettore, cda dell’Unibo e le cerchie conniventi della classe dirigente e dell’amminsitrazione locali targate PD vorrebbero abituarci. Ma non smetteremo di rivendicare il nostro diritto alla città, la nostra opposizione a un progetto di presunta normalizzazione della società accelerato dalla crisi, in cui chi può ha tutto e gli altri dovrebbero azzuffarsi tra loro. Ieri invece a Bologna in tanti abbiamo dimostrato che la testa la alziamo, sì, ma contro chi pretende di comandarci, che quel progetto non potranno praticarlo sulla pelle nostra e di tutti coloro che sapranno immaginare un futuro alternativo agli interessi di una politica asservita al capitale in crisi. Un punto di partenza per tutto questo è consolidare e rilanciare l’autonoma agibilità politica di quei settori sociali che subiscono l’attacco dall’alto, creando massa critica intorno ai punti di accumulo esistenti.

Non permetteremo quindi che la componente giovanile sia azzittita o peggio cacciata dalla zona universitaria di cui dovrebbe essere protagonista, per questo saremo sempre al fianco di tutte le realtà, i collettivi e i laboratori politici colpiti dalla repressione. Per questo siamo stati al fianco di HOBO e Loris durante tutta la giornata di ieri, perchè si sappia forte e chiaro che se toccano uno toccano tutti!

Oggi pomeriggio torniamo per le strade contro il JOBS ACT, con un presidio in piazza XX settembre a partire dalle 17, che rilanci a 360 gradi un’opposizione giovanile al fianco del sidacalismo conflittuale.

Servi nei luoghi di formazione e schiavi sul mondo del lavoro: questo è il futuro che qualcuno si sta immaginando per i giovani delle aree deboli di questo continente, ma noi abbiamo altri piani in testa, e in giornate come quella di ieri e di oggi vogliamo rilanciarli a testa alta!

Noi restiamo