Archivi tag: primo maggio

Il primo maggio non si lavora… si costruisce

10253831_689506211109489_417350535517674429_nLa giornata del primo maggio bolognese ha espresso un momento di mobilitazione molto positivo, tanto in termini di partecipazione quanto di pratiche e consistenza del messaggio politico che si è voluto lanciare. La composizione delle iniziative che hanno caratterizzato la giornata ha evidenziato la necessità di costruire percorsi a cui sappiano contribuire molteplici realtà politiche attive nel tessuto urbano, che diano voce e corpo ad un’alternativa che parta da quelle fasce della popolazione sfruttate e allontanate della gestione della “cosa pubblica”.

E sono proprio queste le persone che hanno attraversato il centro di Bologna, in piazze colme di lavoratori, occupanti, precari e studenti, determinati a esigere quello che dovrebbe essere condizione garantita per tutti, il diritto a determinare la propria vita in maniera equa e
dignitosa in tutte le sue articolazioni: il diritto alla casa, al reddito, all’istruzione, alla salute…
Il corteo mattutino, convocato dal sindacato USB, ha sfilato per le vie del centro dimostrandosi agguerrito nell’affermare che il primo maggio, giornata delle lavoratrici e dei lavoratori, non si lavora, sanzionando quegli esercizi commerciali che, forti della capacità di ricatto verso i dipendenti hanno tenuto aperta la propria attività, mettendo in mostra quanto sia scellerata e diffusa ormai la prati
ca di calpestare i diritti dei lavoratori.

E soprattutto, ha saputo indicare in maniera decisa che tutte le nostre rivendicazioni hanno un tratto comune: alla base della privazione dei diritti a cui assistiamo giorno dopo giorno non possiamo che riscontrare il ruolo dell’Unione Europea, polo imperialista che sfrutta i paesi membri tanto quanto quelli esteri per alimentare la propria sopravvivenza nella competizione globale. Un sistema che si alimenta con appetito insaziabile delle misure di austerità e dei diktat finanziari imposti agli stati membri, così come dello sfruttamento delle filiere produttive dislocate strategicamente nei paesi in via di sviluppo.

Il corteo, di fronte al comizio dei sindacati che si rendono complici di questa macchina di sfruttamento – già duramente criticati durante l’iniziativa “no coop” che ha attraversato la cittadella universitaria – come di fronte a tutta la città, ha espresso un messaggio chiaro:
“via i complici della troika”. Questo significa dire basta al susseguirsi di governi non legittimati democraticamente che mettono in pratica il disegno europeo senza guardare in faccia le co
ndizioni oggettive di un paese che soffre.  L’ultimo esempio lampante è il governo guidato da Matteo Renzi, vero e proprio fantoccio che, servo delle banche e degli interessi della borghesia internazionale, impugna a tutto spiano la bandiera europea come orizzonte della democrazia e del progresso. Questa bandiera non possiamo riconoscerla come nostra, non può essere simbolo di una comunità internazionale dei popoli perché quegli stessi popoli sono oggetto e vittima del sistema politico ed economico che si identifica in tale bandiera.

E proprio in questo senso la giornata del primo maggio ha dimostrato cosa significhi per noi “restare”: non si tratta di una firma politica ma della volontà di poter determinare le proprie vite in un contesto in cui libertà, diritti e democrazia non siano solo parole vuote ma condizioni garantite nella pratica, e non essendo costretti a fuggire verso ipotetici paradisi rincorrendo una speranza ormai impossibile di soddisfazione o sopravvivenza personale.

E questo non può che avvenire con uno sforzo collettivo, basato sulla condivisione di analisi, pratiche, progetti e sogni che sappia dare corpo a un’alternativa che è possibile ma osteggiata in tutti i modi dall’avversario politico, dalla gestione dei percorsi di studio al mercato del lavoro fino ai più subdoli metodi di condizionamento della mentalità. Nel complesso la giornata, in tutte le espressioni e le pratiche che l’hanno caratterizzata, ha messo in luce la composizione variegata e meticcia del movimento cittadino, in grado di esprimere conflitto così come ricomposizione “meticcia”, lampante nei cortei e nel pranzo sociale al centro d’accoglienza occupato Lampedusa”. Momento di festa, questo sì, che ha fatto risplendere ancora di più il sole primaverile, celebrando la possibilità di una società e una socialità diverse se solo si potessero abbandonare quelli che sono i cardini del modo di vivere occidentale moderno: individualismo, competizione, diffidenza verso il “diverso”.

E oggi? Oggi guardiamo al futuro, ad una estate che vedrà insediarsi il semestre di presidenza italiana dell’ UE e che, speriamo, troverà la risposta determinata di tutti coloro che non possono più sopportare questo dominio, che vogliono sovvertirlo immaginando alternative politiche non solo per l’Italia ma per tutti i paesi e i popoli che subiscono la stessa sorte.

Noi Restiamo

leggi anche su zic.it

Per un Primo maggio di conflitto!

8699697896_cbb3e9e271La manifestazione del primo maggio rappresenta per noi un’altra tappa di quel percorso di lotta che ha visto nelle giornate del 18 e 19 ottobre scorso il momento più alto ed importante del movimento di opposizione alle politiche di austerity nel nostro Paese.

E’ necessario quindi che un blocco sociale composto da lavoratori e lavoratrici di tutti i settori, immigrati, disoccupati, attivisti per il diritto all’abitare e agli spazi di socialità, giovani, precari, studenti e pensionati scenda in piazza unitariamente contestando apertamente le politiche della Troika, del Governo Renzi come di quelli locali che stanno producendo miseria e chiusura degli spazi di democrazia.

Per questo pensiamo sia importante che  il primo maggio sia data visibilità alle lotte per il diritto ad un lavoro e ad una vita dignitosa, per un reddito comunque garantito, per il diritto all’abitare, in difesa degli spazi di socialità e di democrazia.

Il primo maggio cogliamo l’occasione, che qualcuno vorrebbe trasformare in una fiera delle banalità all’interno della quale annullare i diversi interessi in campo, a favore del padronato e di chi produce politiche anti sociali; per rilanciare e dare visibilità a quel conflitto sociale sempre più necessario

Andare oltre il 12 aprile ricomponendo i diversi conflitti contro il nemico comune con cui ci battiamo e che porteremo nelle piazze anche nei prossimi mesi in particolare durante il semestre europeo di presidenza italiana.

Una manifestazione quella del primo maggio che partirà da Piazza di Porta Ravegnana (due torri) e proseguirà per le vie del centro cittadino per concludersi in Piazza xx settembre.
Per quella data, a fronte del diniego del Sindaco di emettere una ordinanza di chiusura delle attività commerciali, è stato proclamato uno sciopero dell’intera giornata per i lavoratori del commercio e che il corteo sosterrà con determinazione nei confronti di vorrebbe comunque rimanere aperto.

PRIMO MAGGIO – ORE 10.00
Bologna, Piazza di Porta Ravegnana (sotto le due torri)

> Prime adesioni:  Unione Sindacale di Base, Ross@, Xm24, Rete dei Comunisti, Asia/USB, Carovana per Bruxelles 2014, Associazione Controcorrente, No People Mover, Centro Studi Occupato Noi Restiamo, Associazione Controcorrente, Lazzaretto autogestito, Partito Comunista Lavoratori

Alla Manifestazione stanno aderendo e hanno garantito la partecipazione anche altre Organizzazioni politiche e sociali

da zic.it